La soluzione migliore è quella di cercare sempre il dialogo e la mediazione tra le parti coinvolte, in modo da trovare insieme una soluzione che soddisfi tutti. Inoltre, è importante rispettare le normative sul rumore, che prevedono dei limiti massimi di decibel a seconda dell’orario, e ricorrere eventualmente alle autorità competenti solo in casi estremi e di emergenza. Il rispetto reciproco delle regole e la capacità di ascoltare e comprendere le esigenze altrui sono la chiave per convivere pacificamente in condominio.
Come si comportano negli altri paesi in questa circostanza?
La Danimarca è considerata uno dei paesi con le leggi più severe in Europa per il disturbo della quiete in condominio. Si puniscono con multe anche piccole infrazioni, come ad esempio il lancio di un pallone.
Francia ha adottato una norma che prevede multe salate ai rumori notturni, fino a 450 euro per i disturbi da rumore tra le 22.00 e le 7.00 del mattino.
In Svizzera si arriva fino all’allontanamento del condomino rumoroso dal condominio con una deliberata dall’assemblea.
In Spagna, invece, si puniscono i proprietari che danno in affitto le loro abitazioni a chiunque, senza fare nessuna verifica sui comportamenti degli inquilini. In questo modo si cerca di evitare che gli appartamenti finiscano in mano a persone maleducate o poco rispettose delle regole di convivenza.
Sono solo alcuni esempi, ma ci sono sicuramente molte altre soluzioni adottate da altri paesi per risolvere il problema del disturbo della quiete in condominio. L’importante è prendere spunto da queste iniziative per migliorare anche la propria situazione.
E in Italia?
Un rimedio proposto dalla legge italiana per combattere il disturbo della quiete pubblica è l’articolo 659 del codice penale. Questo articolo stabilisce che chiunque crei disturbi pubblici attraverso schiamazzi, rumori o strumenti sonori o segnalazioni acustiche, o tramite l’emissione di suoni fastidiosi prodotti dagli animali, sarà punibile con l’arresto fino a tre mesi e potrebbe essere richiesto allo scopo di far cessare la condotta da parte dei vicini di casa. Tuttavia, affinché la chiamata alle forze dell’ordine sia efficace, è importante fornire una descrizione accurata della situazione. Questo significa dover specificare in modo dettagliato il tipo di intervento richiesto, il tipo di disturbo presente e il fatto che il rumore sia stato prodotto volontariamente. Tali dettagli consentiranno alle autorità di intervenire più efficacemente e di riportare la tranquillità pubblica. Da ricordare però che i rumori molesti devono arrecare disturbo non solo a voi ma anche alla pluralità dei soggetti del condominio.
Un altro metodo per far cessate un comportamento fastidioso può essere l’utilizzo di un ricorso legale attraverso l’articolo 700 del codice. Si tratta di una procedura rapida e urgente rispetto a quella civile ordinaria e non richiede particolari testimonianze o procedure complesse. Sono necessari solo alcuni documenti che dimostrino al giudice che il comportamento rumoroso del vicino deve essere interrotto immediatamente in modo chiaro ed oggettivo.
Per utilizzare questa procedura, è essenziale che il caso sia urgente e richieda una tutela tempestiva, altrimenti si deve seguire la via civile ordinaria. Inoltre, l’argomento deve essere oggettivo e verificabile e deve minacciare irrimediabilmente la salute e il benessere degli individui.
Se si desidera interrompere immediatamente i rumori molesti del vicino attraverso un ricorso legale, è consigliabile presentare una perizia fonometrica o una relazione di un tecnico specializzato che possa dimostrare obiettivamente la situazione. In questo modo, il giudice può prendere una decisione serena e oggettiva.
Il ricorso ex articolo 700 può essere presentato anche mentre la causa è in corso, in modo da accelerare la giusta risoluzione del problema.
Altra soluzione, quando una persona viene disturbata da rumori provenienti dall’abitazione del vicino, è di intentare un’azione per ottenere il risarcimento del danno morale subito, anche in assenza di una prova certa del disturbo. In questi casi, infatti, il giudice può valutare la gravità dell’offesa sulla base delle circostanze specifiche del caso, come la durata e l’intensità del rumore, la reiterazione dei disturbi e il fatto che siano avvenuti in orari notturni o di riposo. In conclusione, il risarcimento del danno ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile rappresenta un’importante tutela per chi subisce molestie sonore e punta a ripristinare il diritto al quieto vivere e al riposo, fondamentali per il benessere fisico e psicologico di ogni individuo.
In ultima battuta si consiglia di procedere con una soluzione mirata e diretta, l’isolamento acustico dell’appartamento o di una stanza.