La possibilità per un condomino di diventare amministratore del condominio: requisiti e responsabilità

La questione di poter diventare amministratore di condominio è un tema che spesso si presenta agli inquilini di edifici condominiali di dimensioni medio-piccole. La normativa stabilisce che in condomini con un numero minimo di otto condòmini, diventa obbligatoria la nomina di un amministratore. Tuttavia, sorge spontanea la domanda: può un inquilino assumere questo ruolo, e se sì, quali sono i requisiti richiesti?

Negli edifici con meno di otto proprietari, la legge non impone obbligatoriamente la figura dell’amministratore esterno. Nonostante ciò, nulla vieta ai condòmini di nominare un amministratore anche in questa circostanza. L’autogestione, incoraggiata dal legislatore, diventa una pratica adottata da numerosi condomini desiderosi di risparmiare sull’onorario dell’amministratore. In tali casi, si designa un referente interno incaricato della gestione condominiale.

La mancanza di un amministratore esterno non solleva i condòmini dalle responsabilità civili e penali connesse al ruolo, specialmente in ambito fiscale. L’Agenzia delle Entrate ha chiaramente affermato che anche in assenza della nomina di un amministratore, le ritenute devono essere effettuate da uno dei condòmini. Il condominio agisce come sostituto d’imposta e deve presentare modelli 770 e Certificazione Unica, comunicando il codice fiscale ai fornitori e emettendo fatture secondo la legge. Ciò significa che la figura di un referente o condòmino con funzioni di amministratore è sempre necessaria nei condomini.

Ma quali sono i requisiti necessari per assumere questo ruolo? La legge stabilisce criteri specifici per adempiere a questa funzione. Tra i requisiti essenziali, figurano il diploma di scuola superiore, il superamento di un corso di formazione iniziale e la partecipazione ai corsi annuali di aggiornamento. Se l’amministratore è scelto tra i condòmini, i requisiti di formazione e professionalità non sono obbligatori, ma quelli di onorabilità devono sempre essere rispettati.

La figura dell’amministratore interno, che potrebbe essere identificato come un condòmino senza i requisiti professionali richiesti dalla legge, è contemplata solo se l’amministratore è nominato tra i condòmini dello stabile. Pertanto, l’inquilino incaricato come amministratore deve soddisfare gli stessi requisiti di formazione e professionalità di un amministratore esterno, garantendo così la corretta gestione delle responsabilità legate al ruolo.

Diventare amministratore di condominio, sebbene comporti responsabilità significative, può essere una scelta strategica per i condòmini desiderosi di partecipare attivamente alla gestione del proprio stabile, promuovendo una maggiore collaborazione all’interno della comunità condominiale.

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